Complotti ed attentati che hanno cambiato il corso della storia

Complotti

Che siano gravi o minori i complotti hanno il potere di cambiare la dinamica relazionale tra gli stati e creare un nuovo ordine mondiale.
Nel corso della storia, tensioni economiche, politiche e sociali sono state causate da questi “inneschi” che hanno portato a embarghi, coalizioni e persino guerre mortali.

Un rapido sguardo ad alcuni incidenti che hanno cambiato la storia.

Dispaccio di Ems

Chiamato anche Telegramma di Ems, fu un dispaccio pubblicato nel 1870 e modificato in modo provocatorio dalla Prussia; divenne il casus belli della guerra franco-prussiana del 1870.

In seguito alla Rivoluzione spagnola del 1868, conosciuta come “la gloriosa”, la dinastia dei Borbone fu esclusa dal trono di Spagna.
Leopoldo di Hohenzollern Sigmaringen, fratello di Carlo I di Romania, fu il principale candidato ad ottenere il trono della monarchia spagnola.
Napoleone III inviò a Guglielmo I un messaggio contenente una sorta di ultimatum nel quale si esprimeva un invito perentorio al ritiro della candidatura di Leopoldo.
Otto von Bismarck, primo ministro prussiano, consigliò a Guglielmo I di respingere seccamente le richieste francesi, ma questi si dimostrò invece accondiscendente.
Parigi, tuttavia, non fu soddisfatta dal solo ritiro della candidatura, volevano che giungesse l’assicurazione che neppure in futuro sarebbe potuta giungere la candidatura di un Hohenzollern al trono.
Tale messaggio avrebbe costituito una fortissima umiliazione per l’immagine prussiana, aveva l’obiettivo di imporre la superiorità francese agli occhi delle altre potenze europee.

L’incontro con l’ambasciatore

Guglielmo I fu raggiunto da un ambasciatore francese presso la località termale di Ems, il conte Vincent Benedetti.
Il 13 luglio Guglielmo rispose al conte Benedetti riaffermando il ritiro della stessa, ma rifiutandosi di offrire altre forme di rassicurazioni.

Bismarck si trovava a Berlino; essendo venuto a conoscenza del contenuto del telegramma inviato il giorno stesso dell’incontro con Benedetti, convocò il capo dello Stato maggiore generale tedesco von Moltke.
Dopo essere stato rassicurato sul fatto che alla Prussia convenisse uno scoppio immediato della guerra, modificò il dispaccio da consegnare alla stampa.
Le dichiarazioni di Guglielmo nei confronti dell’ambasciatore furono modificate in modo da apparire provocatorie verso i francesi.

Il dispaccio di Ems

Il testo del telegramma, intitolato “dispaccio di Ems”, affermava:
«Dopo che le notizie della rinuncia del principe ereditario di Hohenzollern sono state comunicate al governo imperiale francese da quello reale spagnolo, l’ambasciatore francese in Ems ha richiesto ancora Sua Maestà il Re di autorizzarlo a telegrafare a Parigi che Sua Maestà il Re si impegnava per tutto il tempo avvenire a non dare giammai il suo consenso, qualora gli Hohenzollern ritornassero alla loro candidatura. Sua Maestà il Re ha ricusato di ricevere ancora l’ambasciatore francese e ha fatto dire per mezzo del suo aiutante che non aveva nulla da comunicare all’ambasciatore.»

Il 14 luglio, festa nazionale in Francia, il contenuto del telegramma divenne di pubblico dominio in tutta Europa.
La notizia dell’incontro con l’ambasciatore raggiunse immediatamente l’opinione pubblica, che riconobbe nelle parole del Re intenzioni malevole volte ad umiliare la Francia.
Il dispaccio fu interpretato dallo stesso governo parigino come una grave offesa.
Il ministro de Gramont ritenne che il trattamento riservato dal re Guglielmo I a Benedetti costituiva un insulto che la Francia non avrebbe tollerato.

Ma Bismarck volle accentuare ancora maggiormente la portata della crisi e sollecitare la reazione francese; rese pubblici i documenti che Benedetti aveva presentato quattro anni prima ai tedeschi per un accordo di neutralità francese durante la guerra austro-prussiana.

Il 19 luglio 1870 la dichiarazione di guerra francese venne consegnata a Berlino.

Complotti: Dispaccio di Ems
Dispaccio di Ems

Complotti di Sarajevo

Questo evento del 28 giugno 1914 è considerato l’innesco delle ostilità tra i belligeranti della prima guerra mondiale.
L’attentato di Sarajevo fu il gesto omicida compiuto dal giovane attentatore serbo-bosniaco Gavrilo Princip contro l’erede al trono d’Austria-Ungheria, l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie.

Una dichiarazione di guerra contro la Serbia da parte del governo austriaco.

In quel giorno di festa nazionale serba, Francesco Ferdinando e Sofia furono colpiti a morte mentre percorrevano in automobile le strade di Sarajevo.
In mezzo a due ali di folla furono sparati due colpi di pistola esplosi da Gavrilo Princip, giovane nazionalista membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia).

Nei mesi precedenti all’attentato, Princip venne a contatto con il gruppo terroristico ultranazionalista Crna ruka (Mano nera), che mirava all’autonomia della Bosnia dal giogo austriaco.
L’arciduca e consorte, prima di essere uccisi, scamparono ad un primo attentato dinamitardo compiuto da alcuni complici di Princip; mancarono il bersaglio e ferirono due ufficiali a bordo della macchina a seguito dell’arciduca. Accertatosi delle condizioni di salute dei feriti ricoverati in ospedale, Francesco Ferdinando proseguì la visita.

Tali complotti furono assunti dal governo di Vienna come il casus belli che diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale.

Sarà l’inizio delle escalation tra le coalizioni che propongono Russia, Francia e Regno Unito disposta a sostenere la Serbia contro Germania, Austria-Ungheria e Italia.

Appena un mese dopo l’uccisione della coppia, il 28 luglio l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia; un conflitto senza precedenti che avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 10 milioni di persone.

Complotti: arciduca Francesco Ferdinando

Il blocco di Berlino e la guerra fredda

Una delle crisi più importanti della guerra fredda consistette nel blocco da parte dell’Unione Sovietica di tutti gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest.

Il blocco di Berlino fu uno dei più grandi blocchi attorno ad una città della storia moderna.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, le potenze alleate conclusero l’accordo di Potsdam, dividendo la sconfitta Germania in quattro zone di occupazione.
Anche Berlino fu divisa in quattro zone, ma essendo la città all’interno della porzione di Germania occupata dai sovietici, i settori statunitense, britannico e francese, poi conosciuti come Berlino Ovest, formarono un’exclave di quella che poi sarebbe stata la Repubblica Federale Tedesca all’interno del territorio della Germania Est.

La disputa su Berlino

I sovietici spingevano affinché la Germania Ovest pagasse loro danni di guerra benché questo non fosse stato concordato. Il presidente statunitense Harry S. Truman rifiutò e il 18 giugno 1948 introdusse il nuovo marco tedesco al posto della valuta d’occupazione.
Questa valuta fu introdotta nei tre settori occidentali della Germania, riunificati sotto il controllo statunitense dopo che Francia e Regno Unito avevano deciso di ritirarsi.

I sovietici obiettarono che, essendo stati invasi due volte da uno Stato tedesco negli ultimi trent’anni, volevano una Germania smilitarizzata, come il Giappone.
Stalin rispose, il 7 ottobre 1949, trasformando la zona d’occupazione sovietica della Germania in uno Stato “indipendente”, ma egemonizzato dall’URSS, la Repubblica Democratica Tedesca.
I sovietici volevano che gli occidentali, che occupavano Berlino Ovest (situata all’interno della zona di occupazione sovietica), se ne andassero, così da poterne avere il controllo.

La guerra fredda

Così immersi in un’indicibile tensione diplomatica alla fine della seconda guerra mondiale, l’URSS e gli Stati Uniti si sono impegnati in un duello a distanza per stabilire le loro ideologie e i loro programmi politico-economici nel mondo.
La posta in gioco riguardava in particolare i paesi “orfani” del dopoguerra e in particolare quelli dell’Europa dell’Est, del Medio Oriente, dell’Asia Minore ad Est.

Sebbene non sia stata fatta alcuna dichiarazione ufficiale di conflitto per appropriarsi ideologicamente di questi territori, gli Stati Uniti hanno preferito prendere l’iniziativa e annunciare le prime bozze del loro piano per fermare l’espansione sovietica.
Nel 1946, George F. Kennan, un diplomatico americano con sede a Mosca, suggerì così al governo Truman il progetto di contenimento del comunismo.
Quest’ultimo farà di questo progetto il suo programma politico e immergerà i due blocchi in uno spirito di sfiducia e minaccia militare noto come “guerra fredda“.

blocco di Berlino

Operazione Ajax, complotti in Iran

Si tratta di una missione segreta di colpo di stato orchestrata dagli Stati Uniti (CIA) e dal Regno Unito (Mi6) nell’agosto 1953.
La mossa mirava a collocare un nuovo primo ministro in Iran più conciliante di un punto di vista economico con l’Occidente.
Il contesto petrolifero (mercato dominato dall’Iran a quel tempo) è stato il motivo dell’operazione in un momento in cui Mohammad Mossadegh, capo del governo, voleva espellere le compagnie petrolifere straniere collocate sul territorio.

L’obiettivo dei complotti era semplice: estromettere il Primo Ministro e collocare un nuovo capo di nome Fazlollah Zahedi a favore degli accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Un primo tentativo fu organizzato dagli ufficiali dello Scià con il supporto finanziario e tecnico della CIA ma è stato sventato da Mohammad Mossadegh al momento giusto.
Seguì un altro tentativo improvvisato sfruttando l’opinione pubblica attraverso operazioni di destabilizzazione sociale.
Questa strategia si rivelerà vincente e metterà in fuga Mohammad Mossadegh a beneficio di Fazlollah Zahedi e dei suoi sponsor.

Sebbene questa interferenza sia stata pubblicamente riconosciuta dalla CIA e dall’amministrazione Obama molti anni dopo, l’operazione Ajax avrà cambiato totalmente gli interessi economici e strategici del mercato petrolifero e screditato l’immagine della politica estera americana.

Complotti: Operazione Ajax

I complotti dell’11 settembre 2001

Gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati una serie di quattro attacchi suicidi e coordinati compiuti contro obiettivi civili e militari degli Stati Uniti d’America da un gruppo di terroristi aderenti ad al Qaida.
Essi causarono la morte di 2977 persone (più 19 dirottatori) e il ferimento di oltre 6000.

Quattro aerei di linea, appartenenti a due delle maggiori compagnie aeree statunitensi (United Airlines e American Airlines) furono dirottati da 19 terroristi appartenenti ad al-Qaida.
Due aerei (il volo American Airlines 11 e il volo United Airlines 175) furono rispettivamente fatti schiantare contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center, nel quartiere della Lower Manhattan a New York.
Nel giro di 1 ora e 42 minuti, entrambe le torri crollarono.

Un terzo aereo, il volo American Airlines 77, fu fatto schiantare contro il Pentagono, sede del Dipartimento di Difesa, nella contea di Arlington in Virginia.

Un quarto aereo, il volo United Airlines 93, fatto inizialmente dirigere verso Washington, precipitò invece in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, a seguito di una rivolta dei passeggeri.

I sospetti di questi complotti ricaddero quasi subito sull’organizzazione terroristica di al-Qaida.
Gli Stati Uniti risposero dichiarando la “guerra al terrorismo” e attaccando l’Afghanistan al fine di deporre il regime dei Talebani, neutralizzare al-Qaida e catturare o uccidere il suo leader Osama bin Laden.
Il Congresso approvò il Patriot Act, mentre altri Paesi rafforzarono le proprie legislazioni in materia di terrorismo e rafforzarono le misure di sicurezza interna.

Sebbene Osama Bin Laden negò inizialmente ogni tipo di coinvolgimento, nel 2004 si dichiarò responsabile degli eventi dell’11 settembre.

Complotti: 11 settembre

L’affare Wikileaks Cablegate nel 2010

WikiLeaks Cablegate è un caso tra Julian Assange, creatore della piattaforma per la pubblicazione di documenti riservati WikiLeaks, e il governo americano, vittima di una divulgazione di diversi file critici relativi alla diplomazia americana a tutto il mondo.

Nel 2010 WikiLeaks, allora ospitato da molti siti internazionali tra cui Amazon, ha rilasciato documenti sensibili dalle ambasciate americane.
Queste informazioni vengono rapidamente trasmesse dalla stampa tradizionale tra cui Le Monde, El Païs, Der Spiegel, The Guardian e il New York Times e non mancheranno di allertare la società internazionale ei governi.
Da parte loro, gli Stati Uniti e altri paesi europei cercheranno invano di coprire lo scandalo facendo pressione su Assange e WikiLeaks attraverso “minacce”, citazioni legali e attacchi informatici tradotti da campagne di censura.

Queste reazioni aggressive porteranno a grandi dibattiti sulla libertà di stampa, manipolazione del web, ma anche sulle relazioni diplomatiche internazionali.

Wikileaks Cablegate