La ricerca di esopianeti , pianeti al di fuori del Sistema Solare, è stata una delle grandi sfide per gli astronomi negli ultimi tempi, anche se non si sta rivelando una missione facile.
In un articolo apparso su Astrobiology, Schulze-Makuch e il suo team, grazie ai dati della missione Kepler, hanno identificato 24 esopianeti che presentano caratteristiche molto favorevoli alla vita o addirittura migliori di quelle della Terra.
Degli oltre 4.000 esopianeti trovati finora, alcuni sono stati considerati teoricamente abitabili.
Questi pianeti, fuori dal nostro Sistema Solare, si trovano nella zona abitabile, cioè ad una distanza dal loro Sole che consente la presenza di acqua allo stato liquido (senza congelare o bollire) e sono il 10% più grandi della Terra.
Tuttavia, bisogna precisare che l’abitabilità non significa che questi pianeti ospitino sicuramente già forme di vita, ma semplicemente che hanno le condizioni favorevoli per un suo futuro sviluppo.
Per avere un’idea, seguendo questi criteri, oltre alla Terra, il nostro Sistema Solare ospita altri due pianeti potenzialmente abitabili: Venere e Marte.
I 24 principali pianeti “superabitabili” si trovano tutti a più di 100 anni luce di distanza.
Importanza del Sole per gli esopianeti
In questa selezione, la stella (o il Sole) su cui orbitano è di grande importanza.
Partendo dal presupposto che un’orbita attorno a una stella di tipo G, come il Sole, sarebbe il posto migliore per trovare un pianeta abitabile i ricercatori hanno, tuttavia, elaborato la ricerca secondo altre valutazioni.
Le stelle come il nostro Sole hanno solo una durata di vita di circa otto-dieci miliardi di anni e ci sono voluti quattro miliardi perché forme di vita complesse si evolvessero sulla Terra.
“La Terra è abitabile perché è abbastanza grande da essere geologicamente attiva, con un campo magnetico protettivo e con una gravità sufficiente a trattenere un’atmosfera”.
Una stella nana di tipo K, d’altra parte, sarebbe più fredda e meno massiccia del Sole, ma avrebbe una durata fino a 70 miliardi di anni, consentendo un tempo molto più lungo per l’emergere e lo sviluppo della vita.
Per questo motivo i ricercatori si sono focalizzati in particolare su quei pianeti che ruotano intorno alle stelle nane K, che sono meno massive, meno luminose e un po’ più fredde ma hanno una durata maggiore.
Questa condizione dà più tempo alla vita di evolvere, mentre la maggiore grandezza del pianeta offre più spazio abitabile.
Secondo il team, se un pianeta fosse più grande del dieci per cento, avrebbe più spazio su cui vivere.
Se fosse 1,5 volte più massiccio della Terra, il suo interno tratterrebbe più calore dal decadimento radioattivo, rimarrebbe attivo più a lungo e mantenendo la sua atmosfera più a lungo.
Inoltre, se un pianeta fosse cinque gradi Celsius più caldo della Terra e avesse più acqua, godrebbe della biodiversità di una foresta pluviale tropicale in gran parte del pianeta.
Il team afferma che nessuno dei 24 pianeti trovati ha tutte queste caratteristiche, ma uno ha quattro dei fattori critici.
Qui un interessante articolo su come si studiano gli esopianeti.
L’esopianeta KOI-4878.01
Attualmente il miglior candidato ad ospitare la vita è KOI-4878.01, un esopianeta che orbita intorno alla stella di sequenza principale di tipo F KOI-4878.
Si trova a circa 1075 anni luce (329 parsecs) dalla Terra.
Le caratteristiche del pianeta sono molto simili a quelle della Terra, e se venisse confermato, avrebbe una valutazione dell’Indice di Similarità della Terra (ESI) di 0,98 o 98%, che lo renderebbe uno dei pianeti più simili alla Terra trovati.
Il periodo orbitale dell’esopianeta è di circa 449 giorni terrestri.


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